Il contesto
Lo stato indiano del Jharkhand, la “terra della foresta”, si trova nella parte nordorientale dell’India. Conta una popolazione di circa 37 milioni di abitanti (dati 2019), e ha una superficie di circa 30.780 mq suddivisa in 24 distretti, di cui cinque saranno coinvolti nel progetto: Ranchi, Khunti, Lohardaga, Gumla, e Simdega.
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Gli abitanti di quest’area, come quelli di tutto il Jharkhand, devono affrontare due principali problemi: la povertà e un basso indice di crescita economica. La terra è la principale risorsa naturale da cui le popolazioni tribali ricavano il proprio sostentamento: il 96% di esse dipende esclusivamente dalla terra per la propria sopravvivenza e molti, quando non riescono a produrre quanto previsto, sono costretti a migrare e cadono vittime della povertà, della malnutrizione e dell’insicurezza alimentare. Inoltre l’analfabetismo e le credenze superstiziose spesso ostacolano i programmi di sviluppo. La popolazione deve affrontare varie problematiche legate all’appropriazione illecita delle terre, gli spostamenti forzati, una regolamentazione carente per la gestione delle risorse naturali.
Nonostante ormai il Jharkhand sia uno stato indipendente da più di 20 anni, il governo non si è mai occupato in maniera adeguata dello sviluppo delle comunità tribali. Gran parte della popolazione non ha accesso ai servizi sanitari, ai benefici pensionistici, alle risorse idriche, ai servizi per gli agricoltori come sementi certificate, sistemi per l’irrigazione ecc. Spesso gli ufficiali governativi non si interessano dei villaggi ubicati nelle aree più remote, ma a causa di una cultura di timore e silenzio, nessuno osa sollevare questioni riguardo il mancato intervento del governo.
Nonostante il Jharkhand sia noto per le piogge abbondanti, deve affrontare la siccità anno dopo anno. Le foreste hanno sempre rappresentato una risorsa per la popolazione, perché hanno sempre fornito un reddito aggiuntivo alle comunità tribali, ma la deforestazione e le politiche governative hanno portato problematiche e varie calamità. Le famiglie allevano animali quali maiali, capre, mucche e tori. C’è la possibilità di un’imprenditoria di piccola scala, collegata ai mercati locali. La sfida più grande è quella di modificare la mentalità di coloro che normalmente si basano esclusivamente sull’irrigazione dell’acqua piovana, coltivando solo durante la stagione delle piogge. Una volta che questa è conclusa, si spostano in città in cerca di lavoro. Quelli che non hanno dove andare passano il loro tempo al villaggio senza fare nulla, molti cadono vittime dell’alcolismo. Inoltre, la cultura tribale non permette alle donne di coltivare la terra utilizzando l’aratro. Con questo background culturale, è necessario coinvolgere le donne nella coltivazione, affinché garantiscano la sicurezza alimentare delle comunità, anche se si tratta di una sfida notevole.
Il progetto
Qui il programma del Sostegno a Distanza è attivo in collaborazione con il partner locale SIGN da ormai da 25 anni attraverso il centro di riferimento di Ranchi. Inizialmente ci si è focalizzati sull’educazione dei bambini appartenenti alle famiglie povere. Successivamente è stato fatto un passaggio che ha portato a comprendere che, anche se alcuni bambini venivano sostenuti, molti altri restavano esclusi, e i genitori dei bambini sostenuti restavano mentalmente dipendenti dal programma, senza sforzarsi più di tanto per migliorare le proprie condizioni economiche. La dipendenza è aumentata ogni anno di più.
Normalmente un bambino che viene inserito nel programma di Sostegno a Distanza quando frequenta la classe prima e rimane nel programma per circa dieci anni, se è previsto il supporto, fino alla scuola superiore. Questo periodo di tempo è una grande opportunità per educare i bambini e rafforzare i genitori nell’ambito agricolo e della generazione di reddito, in modo da prepararli a supportare autonomamente l’educazione dei figli in futuro. Questo contribuirà a creare un effetto a cascata nei villaggi: i genitori diventeranno a loro volta catalizzatori di cambiamento.
L’agricoltura è la principale occupazione delle comunità tribali: l’81,6% della popolazione tribale nel Jharkhand è impiegata in agricoltura, o coltivando la propria terra direttamente o come braccianti agricoli. I metodi di coltivazione sono però primitivi e basati sulle piogge, e anche i genitori dei bambini sostenuti utilizzano questi metodi. È perciò necessario introdurre dei metodi innovativi. La produttività della terra è bassa a causa della mancanza di conoscenze e di abilità. Gli agricoltori sembrano rigidamente legati alle loro vecchie abitudini, ma abbiamo sperimentato che la formazione basata sull’ “imparare facendo” può riuscire a cambiare la loro mentalità, per questo il progetto prevede una serie di formazioni pratiche.
Verranno introdotti sistemi di coltivazione che permettano di ridurre i costi e aumentare le rese. Questo permetterà anche di ridurre le migrazioni verso le grandi città, per svolgere umili lavori, e il traffico di giovani ragazze che cadono vittima di tratta a causa della fame e della povertà.
L’irrigazione rimane uno dei principali problemi in queste zone, per questo attraverso il progetto le associazioni di contadini verranno messe in collegamento con i sussidi governativi, in modo che dove possibile possano essere costruiti pozzi e bacini per la raccolta dell’acqua.
I contadini saranno proprietari di queste strutture, e creeranno sistemi di irrigazione grazie anche all’utilizzo delle falde sotterranee.
Alcuni centri del programma Sostegno a Distanza si trovano in aree urbane, in particolare nella città di Ranchi e a Gumla, Khunti e Lohardaga. Per questo, il progetto prevede una differenziazione delle attività di formazione, che saranno focalizzate sulle pratiche di coltivazione e allevamento per coloro che vivono nelle aree rurali, mentre nel contesto urbano verteranno sull’avvio di attività generatrici di reddito in ambiti diversi dall’agricoltura. Questo programma mira a migliorare le conoscenze dei genitori dei bambini sostenuti attraverso il Sostegno a Distanza riguardo a tecniche agricole e i benefici dell’agricoltura biologica, mentre i genitori delle aree urbane saranno formati ad esempio nell’ambito della coltura dei funghi, dell’avvio di piccoli negozi. Questo contribuirà a creare diverse opzioni di lavoro per i genitori e ad aumentare il loro reddito.
Promozione dell’agricoltura
L’agricoltura è la spina dorsale dell’economia rurale. Le aree selezionate per il progetto non sono molto fertili, a causa dell’alto tasso di erosione del suolo. Il terreno è sassoso e, vista la scarsità di piogge e dell’utilizzo di fertilizzanti chimici, il valore nutritivo del terreno sta diminuendo.
Il piano d’intervento del progetto aiuterà gli agricoltori a pianificare meglio la coltivazione, la gestione del terreno e delle risorse idriche, coinvolgendo i membri della comunità.
Sarà creato un inventario delle risorse e dei bisogni formativi per migliorare le capacità dei contadini, e verrà pianificata l’adozione di nuove e migliori tecniche per aumentare la produttività delle colture. I contadini riceveranno suggerimenti da esperti del settore. Verrà portata avanti una mappatura della stagionalità delle colture, che sarà condivisa con gli agricoltori per limitare i fallimenti nella produzione, aumentare le zone in cui viene praticata la doppia coltura e introdurre tecniche scientifiche. Gli agricoltori formati giocheranno un ruolo fondamentale nel promuovere l’agricoltura nella propria area. Con le conoscenze e abilità acquisite durante i corsi di formazione, potranno diventare delle risorse a livello locale.
L’azione di SIGN nelle aree più remote, in collaborazione con Fratelli Dimenticati, ha portato finora buoni risultati. Le persone rispondono positivamente, c’è un raggio di speranza: possiamo formarle, motivarle ad avere accesso ai servizi statali, attraverso l’unità della comunità possono avere la forza di esplorare nuove opportunità.
Gli obiettivi
Migliorare le condizioni economiche di 3.200 genitori dei bambini sostenuti a distanza, attraverso attività di formazione inerenti pratiche agricole di qualità e attività generatrici di reddito.
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il progetto