Storie di Covid-19

Cari amici, i migliori saluti da parte di Suor Niru di Paraspada (India). È con grande piacere che vi scrivo queste poche righe e spero che siate tutti in buona salute. Abbiamo appena finito di distribuire cibo nutriente ai bambini che purtroppo sono ancora a casa.
La pandemia è arrivata all’improvviso e ci ha colti impreparati, diffondendo un grande senso di impotenza. Ciononostante nessuna mano ha mai smesso di arrivare ai poveri e ai bisognosi. Le mani tese del vostro generoso aiuto sono state fonte di vita per i nostri bambini che erano a casa e molto spesso non avevano nulla da mangiare. Grazie a voi molte famiglie sono riuscite anche a celebrare il Diwali, la feste della luce, in maniera dignitosa con un buon pasto per tutti. Grazie per la vostra solidarietà e per il vostro amore per le famiglie di Kaprada.
I migranti sono ripartiti per le destinazioni di lavoro portando con se i figli. Alcuni di loro però sono già tornati senza occupazione, senza salari e senza aver trovato un luogo dove stare. Durante questa situazione difficile oltre ai bambini e alle bambine del nostro ostello abbiamo fornito cibo alle vedove, agli anziani, ai malati e a quanti avevano perso tutto. I giovani del villaggio si sono offerti volontari per aiutarci a preparare e a distribuire i pacchi alimentari.
Ancora una volta GRAZIE Fondazione Fratelli Dimenticati e tutti voi amici per la vostra premura e per la vostra gentilezza nei confronti dei bambini emarginati.
Vi auguriamo il meglio e vi assicuriamo le nostre preghiere. Grazie tante.
Suor Nirmala

Cari amici, le scuole in Assam sono state chiuse il 16 marzo e il 25 marzo 2020 il governo centrale ha imposto un lockdown nazionale inizialmente di tre settimane poi esteso più volte con qualche attenuazione.
È stato un periodo di difficoltà per l’intera popolazione inclusa quella della nostra zona. L’impatto delle prime tre settimane di lockdown è stato molto duro anche nei villaggi da dove provengono i nostri studenti.
Procurarsi beni essenziali, cibo, era un serio problema. Riso, dal, sale, cipolle non erano facilmente disponibili specie nelle zone più interne dove ci sono ben pochi negozi. In questa situazione abbiamo cercato di aiutare le famiglie fornendo materiale di prima necessità.
Abbiamo procurato riso, lenticchie, sale, olio e cipolle e, con il permesso della polizia e delle autorità civili locali, li abbiamo distribuiti alle famiglie più bisognose dei villaggi che visitavamo. Per quest’operazione ci siamo avvalsi del supporto dei nostri catechisti che ben conoscono le situazioni delle varie famiglie. In alcune occasioni abbiamo convocato i capi villaggio alla missione e loro hanno portato, in bicicletta o in moto, le provviste da distribuire alle varie famiglie.
Oltre al cibo abbiamo distribuito anche sapone e igienizzante per le mani in particolare alle famiglie dei nostri studenti. L’auto della missione è stata messa a disposizione per chi aveva bisogno di attenzione medica e abbiamo cercato di aiutare le persone anche nel procurarsi le medicine di cui avevano bisogno.
Altra grande questione è stata tenere i bambini impegnati sui libri e con lo studio. Il preside della scuola ha organizzato la didattica digitale tuttavia ci sono due seri problemi in questa zona: il primo è che la connettività internet è pessima nella maggior parte dei nostri villaggi, il secondo è che i nostri ragazzi non hanno gli strumenti. Così la didattica avviene solo attraverso WhatsApp. Ogni insegnante per le varie classi e per le varie materie prepara lezioni e schemi che manda ai ragazzi via WhatsApp. Anche in questo caso a beneficiare sono solo i ragazzi che hanno la disponibilità di un familiare o di un vicino con uno smartphone.
A questa difficoltà si aggiunge la questione che la didattica a distanza non lascia molto spazio alla relazione interpersonale e al chiarimento di dubbi. L’aiuto a casa non è generalmente disponibile perché la maggior parte dei genitori non è istruita e non è quindi in grado di seguire i figli nei compiti.
Comunque quello che era possibile fare, l’abbiamo fatto. Lezioni e compiti per casa sono stati assegnati e sono state fatte anche alcune verifiche.
I nostri insegnanti sono stati molto disponibili e collaborativi e si sono davvero impegnati, questo nonostante negli ultimi mesi non sia stato possibile pagar loro lo stipendio se non per una misera parte mensile e solo grazie al vostro sostegno a distanza. I genitori non stanno pagando le rette per cui siamo un po’ alle strette con i fondi, onestamente è un po’ frustrante non poter aiutare gli insegnanti in questi tempi difficili. Anche loro aspettano pazientemente che la situazione migliori.
Grazie a Dio la nostra zona è stata risparmiata dalla piaga del Corona virus, che si sta propagando senza sosta in Assam come in tutta l’India. Ad oggi tutti i nostri bambini e le loro famiglie sono in buona salute. Certo ora le persone sono maggiormente consapevoli della situazione e pongono maggior attenzione alle norme igieniche.
Ripensando ai sei mesi trascorsi da quando la scuola è stata chiusa ci sentiamo immensamente fortunati e grati che nessuno dei nostri ragazzi sia stato colpito troppo duramente dalle difficoltà di questo brutto periodo. Certo ricadono su noi tutti le difficoltà che pesano sulla nostra nazione e sul mondo intero.
La nostra gratitudine speciale va a voi tutti di Fratelli Dimenticati che avete continuato a sostenere la nostra missione e i nostri bambini nonostante anche voi stiate attraversando momenti di difficoltà a causa di questa pandemia. Dio vi benedica!
Padre John Cellanthara

Cari amici, affettuosi saluti da tutto lo staff, dai genitori e dai bambini della missione di Sidrol. Ci auguriamo che per grazia di Dio stiate tutti bene.
Come sappiamo oggi il mondo intero soffre a causa dell’epidemia da Corona Virus che non accenna a fermarsi. In ogni momento la gente vive con la speranza di vedere una nuova alba ma a causa di questo virus oggi tutti viviamo nella paura.
A questo si aggiungono i tanti problemi che derivano dal lockdown. Le scuole, i college, i negozi, gli uffici, i trasporti, tutto chiuso, tutto bloccato. Le persone non sono più in contatto tra loro per paura dell’infezione. Molti migranti sono tornati dalle città e sono senza lavoro. Il Corona Virus è diventato molto pericoloso nel nostro villaggio da quando sono tornati. In molti villaggi non è permesso loro tornare a casa se non dopo aver fatto i 14 giorni di quarantena e gli abitanti restano molto sospettosi verso coloro che arrivano da fuori.
All’inizio noi suore e alcuni insegnanti facevamo lezione a piccoli gruppi di bambini (10-12 studenti) qui a scuola ma con il secondo lockdown abbiamo sospeso l’attività. La direttiva del Ministero era molto chiara: nessun bambino doveva recarsi a scuola. Così gli insegnanti hanno deciso di iniziare con la didattica digitale. Il problema è che poche famiglie di nostri studenti dispongono di uno smartphone e la connessione internet qui da noi è davvero scarsa, per questo il loro livello d’istruzione si sta un po’ alla volta abbassando.
Con la scuola chiusa non possiamo, chiaramente, chiedere alle famiglie di pagare le rette scolastiche e questo ci ha messo in seria difficoltà con il pagamento del salario degli insegnanti.
I ragazzi, oltre a studiare e a fare i compiti che riusciamo ad assegnare loro a distanza, aiutano i genitori nel lavoro nei campi o pascolano il bestiame. Per tutti i 750 studenti abbiamo acquistato e donato libri e quaderni per l’anno scolastico 2020-21, con l’attuale situazione economica non era possibile pensare che vi potessero provvedere le famiglie.
Oltre a questo, grazie ai fondi del Sostegno a Distanza ci siamo messi all’opera con il lavoro di sostegno alle famiglie della zona rimaste senza lavoro e senza cibo. A 1.180 famiglie bisognose abbiamo distribuito riso, dal, verdure, sale, farina di grano, olio, sapone, mascherine e igienizzante.
La gente non smetteva di ringraziarci e noi non potevamo che rispondere che il merito era vostro e che vi ricordassero nelle loro preghiere. L’aiuto si è dimostrato essere una manna dal cielo data la situazione in cui si trovavano.
Ecco, questo è il vostro grande amore, la vostra preoccupazione, la vostra attenzione per la nostra gente. Questo è il modo in cui si trasformano concretamente i vostri sacrifici quotidiani e la vostra generosità verso la nostra missione.
Pregheremo per voi e per le vostre famiglie, ancora grazie dal profondo del nostro cuore per il vostro grande aiuto. Sinceramente vostra,
Suor Florencia Dang

Cari amici, con profonda gratitudine vi salutiamo e mandiamo l’affetto di tutti noi, staff della missione, bambini e loro genitori. Vi assicuriamo le nostre preghiere affinché la grazia di Dio vi doni una vita felice e in salute. Che Dio vi protegga sempre, noi stiamo bene.
A causa del Corona Virus non abbiamo potuto celebrare la Pasqua, in quel periodo eravamo chiusi in casa, nessuna funzione religiosa, nessuna lezione a scuola, tutto era chiuso. Tutti dovevano restare in casa e la gente ha avuto molte difficoltà a superare il periodo. Non c’era possibilità di uscire per acquistare alcunché.
Come sapete Muria è una missione nel mezzo della foresta a 13 chilometri a est della città di Simdega, la scuola è ufficialmente ancora chiusa e gli studenti ancora a casa e stavano pian piano dimenticando anche l’alfabeto. Il governo ha acconsentito a iniziare la didattica digitale e tenere lezioni online ma nella nostra zona non c’è internet e gli studenti ne sono molto penalizzati, oltre al fatto che comunque i nostri ragazzi non avrebbero gli strumenti per poter seguire questo metodo d’insegnamento. Alcuni insegnanti volenterosi della nostra scuola hanno così deciso di tenere lezioni comunitarie nei villaggi e gli studenti vi stanno partecipando regolarmente.
Con l’impossibilità di lavorare e di poter acquistare del cibo durante il lockdown moltissime famiglie degli studenti e della parrocchia stavano soffrendo la fame, ancor più di prima, così abbiamo distribuito riso, lenticchie, olio, patate, cipolle, sale, biscotti, verdure, aglio, sapone, detersivo in polvere, ecc. Questo è stato possibile grazie ai fondi del Sostegno a Distanza e la nostra gente ve ne sarà sempre grata.
Anch’io sarò sempre riconoscente a tutti voi per il vostro generoso e costante contributo a favore dei nostri bambini. Vi siamo debitori per i sacrifici che fate, per l’affetto che condividete con i nostri studenti, sono certo che sarete per loro un esempio che li farà diventare dei bravi cittadini.
Ringrazio anche Fondazione Fratelli Dimenticati per il suo immancabile e regolare sostegno a favore dei poveri della nostra missione.
A tutti voi auguro una vita meravigliosa! Sinceramente vostro,
Padre Gabriel Dungdung

Cari amici, affettuosi saluti di pace da Mc Mandro. Stiamo bene e speriamo e preghiamo che anche voi tutti, per grazia di Dio stiate bene. Vi ringrazio per il vostro generoso servizio e per l’affetto che ci offrite, lo sperimentiamo e sentiamo nel profondo.
Al fine di fermare questa ondata di malattia e morte il governo centrale e il governo dello Stato hanno preso la drastica decisione di mettere l’India in lockdown. È stata una terribile esperienza per le persone, non ci sono state informazioni preventive e all’improvviso tutto si è fermato. Le scuole, i trasporti, le fabbriche, gli uffici, i negozi, i mercati, tutto.
Del confinamento hanno sofferto principalmente i poveri e i migranti che sono rimasti bloccati nelle città dove erano andati a lavorare. Lontani da casa, senza lavoro, senza stipendio, senza cibo, senza un vero e proprio luogo dove vivere. Per poi dover tornare a casa, com’è successo alla maggior parte di loro, a piedi, camminando per centinaia di chilometri.
Molte organizzazioni, associazioni e istituzioni si sono date da fare per aiutarli.
Anche grazie al programma di Sostegno a Distanza abbiamo servito i poveri e i bisognosi della zona. Oltre alle famiglie dei bambini che sono nel programma di Sostegno a Distanza abbiamo aiutato altre 55 famiglie bisognose fornendo riso, legumi, olio, spezie, sale e sapone. Tutti hanno apprezzato molto l’aiuto perché era quello di cui le famiglie più avevano bisogno in quel momento.
Ora la vita sta lentamente tornando alla “normalità”, la gente si sposta anche se i trasporti pubblici non sono ancora in servizio. Non sappiamo quanto durerà ancora perché i contagi continuano ad aumentare rapidamente in tutta la nazione. L’OMS e il governo hanno dato sufficienti linee guida, spetta solo a noi seguirle per prevenire il più possibile i contagi.
Nei villaggi ricordiamo alla gente di cercare di mantenere alte le difese immunitarie facendo esercizio, bevendo acqua calda, acqua e limone, te di zenzero e peperoncino nero e di mantenere le distanze.
Vi siamo davvero grati per come il Vostro amore tocca il cuore, per le vostre preghiere e per il vostro lavoro generoso. La mia sincera gratitudine a tutta la Fondazione Fratelli Dimenticati. Dio vi benedica tutti. Sinceramente vostro,
Padre Bipin K. Bilung

Cari amici, affettuosi saluti da Gumla! Noi stiamo bene e spero che il buon Dio abbia esteso anche su di voi la Sua protezione da questa pandemia mondiale da Covid-19.
Le scuole e i convitti sono ancora chiusi e i bambini sono a casa con le proprie famiglie.
All’inizio del lockdown non c’erano casi qui a Gumla ma la gente era chiusa in casa. Non aveva lavoro e per chi guadagna a giornata la scarsità di cibo diventava un problema da affrontare molto seriamente. La gente era affamata così abbiamo fornito riso e dal a circa 550 tra studenti e genitori distribuivamo le dispense man mano che venivano al centro. In quel periodo i negozi erano tutti chiusi tranne i magazzini delle derrate governativi dove anche noi ci rifornivamo per gli aiuti.
I migranti cominciarono a tornare dalle grandi città dov’erano andati a lavorare mesi prima come manodopera a giornata nei vari cantieri e dov’erano rimasti bloccati al primo confinamento. Tornavano a piedi al proprio villaggio dopo centinaia di chilometri, senza stipendio, affamati ed esausti. Non c’erano mezzi di trasporto operativi in quel periodo e così c’era una processione interminabile di uomini, donne, bambini a piedi per strada sotto il sole cocente. Un’immagine che vi assicuro essere stata incredibilmente dolorosa.
Non avevano niente da mangiare né da bere. A loro abbiamo dato pane, biscotti e bottiglie d’acqua e come scuola abbiamo aiutato economicamente un’associazione locale che aiutava questi migranti dando loro ricovero per la notte.
I casi di Covid-19 cominciarono con il rientro dei migranti dalle grandi città.
Con la prima fase di riapertura alcuni negozi ricominciarono la loro attività, da lì cominciarono a insinuarsi i primi casi. Ora i casi di Covid-19 in India continuano ad aumentare vertiginosamente. Siamo a oltre 5.500.000 casi con oltre 70.000 nuovi casi al giorno. Nello nostro Stato, il Jharkhand, siamo a circa 70.000 casi e circa 1.000 nuovi casi al giorno (a luglio i nuovi casi erano 40-50 al giorno), mentre per quanto riguarda Gumla, il nostro distretto, siamo a circa mille casi con 10 nuovi positivi al giorno. Nel nostro Stato sono già morte circa 500 persone. Sono numeri scioccanti.
Le zone dove ci sono i focolai sono state “sigillate” e così di nuovo le persone hanno iniziato a far fronte alla scarsità di cibo. Abbiamo distribuito anche lì riso e legumi e siamo andati in aiuto anche alle suore di clausura di Soso che avevano terminato le loro scorte consegnando alla superiora 180Kg. di riso e 25Kg. di lenticchie.
Con la chiusura dei cantieri e di tante attività gli operai e manovali a giornata sono rimasti senza un’entrata economica passando dalla povertà in cui già vivevano alla miseria e al dipendere dalle operazioni di soccorso e dalle associazioni. Sono tantissime persone, tantissime famiglie, per questo ci auguriamo che la situazione migliori al più presto prima che diventi insostenibile.
Nel frattempo vi ringrazio. Perché è grazie al vostro Sostegno che abbiamo potuto e possiamo tendere la mano a così tanti bisognosi, ai bambini della nostra scuola e ai loro familiari. Prego con forza il Creatore dell’universo perché spazzi via questa pandemia e i nostri fratelli possano tornare ancora a vivere una vita dignitosa. Prego perché vi protegga sempre e vi conceda una vita felice come ricompensa per i vostri costanti sacrifici e il vostro instancabile impegno per noi.
Sinceramente vostro,
Padre Paul Kerketta

Cari amici, saluti da tutti noi di Torpa.
Quando in Cina, in Europa, in Italia e in altre nazioni iniziava ad incalzare la pandemia da Covid-19 gli abitanti dei villaggi di questa zona non ne comprendevano la portata. La gente di qui pensava che questa malattia non l’avrebbe mai raggiunta, che era lontana, che riguardava le città e le persone hanno continuato a vivere la vita di sempre. Inconsapevoli delle direttive dell’OMS, venivano al paese per gli acquisti senza mascherina, senza proteggersi, ignorando il distanziamento sociale, senza lavare e igienizzare le mani. Erano occupati nelle loro solite faccende quotidiane, andare nella giungla a fare legna, andare nei campi a lavorare, ecc.
Poi all’improvviso il governo centrale ha imposto il confinamento e tutto è stato chiuso; scuole, ostelli, uffici, negozi a causa della pandemia e un po’ alla volta le persone hanno cominciato a rendersi conto della gravità della situazione e della pericolosità del virus. L’accesso ai villaggi è stato interdetto ai forestieri. Non c’era più possibilità di procurarsi beni essenziali e cibo.
Devo dire che le autorità avevano iniziato ad aiutare i bisognosi ma molti sono rimasti senza aiuto perché troppo lontani da raggiungere. La situazione era drammatica così noi sacerdoti ci siamo riuniti con le suore e i leader dei villaggi per capire come potevamo intervenire. Dopo quell’incontro abbiamo iniziato la distribuzione di riso, dal, olio, sale, patate, assorbenti, sapone e sapone da bucato. Grazie al Sostegno a Distanza abbiamo raggiunto 255 famiglie di nostri studenti e con l’occasione abbiamo informato tutti circa le linee guida dell’OMS e sull’importanza di mantenere le distanze e di una buona e costante igiene personale.
Le scuole sono chiuse ciononostante abbiamo distribuito i libri a 225 alunni che ne erano sprovvisti. Gli studenti ora seguono con la didattica digitale ma il problema è che solo 175 su 311 hanno accesso ad uno smartphone che sia in famiglia o di un vicino, gli altri non hanno questa possibilità. In generale sono impegnati anche nel trapianto del riso con i genitori molti dei quali ci chiedono di riaprire le scuole per evitare che i figli se ne stiano in giro a bighellonare per il resto del tempo e perché non perdano interesse per lo studio. Nei villaggi ora è il momento cruciale per la coltivazione e i genitori non riescono a seguire i figli, oltre al fatto che spesso non hanno le conoscenze per farlo.
Per ora non sappiamo ancora quanto durerà questa situazione e quando potremmo riprendere a pieno regime. Cercheremo soluzioni efficaci per aiutare anche quei bambini che non possono seguire con la didattica digitale affinché non perdano le conoscenze acquisite e neanche interesse per la scuola.
Tutti noi vi siamo indubbiamente molto grati per l’affetto, il sostegno, la gentilezza e la generosità che continuate a dimostrarci. Siamo certi che un giorno i vostri sacrifici saranno ricompensati. Vi ricordiamo tutti nelle nostre quotidiane preghiere, che il buon Dio protegga sempre voi e tutti gli amici di Fratelli Dimenticati. Sempre riconoscente,
Padre Sudhir Topno

Cari amici, attraverso i notiziari e i giornali la gente è venuta a conoscenza della veloce diffusione del Corona Virus nel mondo. Quando fu annunciato il lockdown era la prima volta che ne sentivamo parlare e che facevamo questa esperienza. Voli, treni, autobus vennero fermati, tutti i negozi furono chiusi, la gente doveva restare chiusa in casa con la propria famiglia. 
La prima fase di confinamento fu rispettata molto rigidamente. Tutti evitavano contatti con le persone, nessuna stretta di mano, la gente iniziò a salutarsi da lontano. Vennero indette delle riunioni in ogni villaggio, l’entrata di forestieri fu proibita. Vennero erette barricate agli ingressi dei villaggi, tagliati alberi per bloccare il passaggio, in alcuni casi fu addirittura scavata via la strada cosicché nessun veicolo potesse entrare. Ai giovani fu dato l’incarico di vigilare sugli accessi al villaggio. Le forze dell’ordine piantonavano ogni entrata al paese di Karra. Solo le persone malate potevano uscire dopo aver ottenuto un permesso speciale per le cure.
La polizia intraprese azioni molto rigide nei confronti di chi non rispettava le regole, con punizioni severe. I piccoli mercati settimanali furono combinati in un unico mercato spostato in un grande terreno. Acquirenti e venditori devono usare la mascherina e rispettare la distanza sociale, la polizia vigila sul mantenimento della disciplina.
Per quanto tempo potevano restare in casa?!? Un po’ alla volta la gente cominciò ad uscire e iniziò a tornare alle proprie attività quotidiane di lavoro nei campi, a coltivare verdure e trapiantare il riso, partendo il mattino e tornando la sera.
Ora le attività nei villaggi sono tornate alla normalità fatta eccezione per gli assembramenti come i matrimoni che sono stati posticipati o cancellati. La gente ha paura anche di partecipare ai funerali che così vengono celebrati con la presenza di poche persone.
I bambini aiutano i genitori nei campi o pascolano gli animali. L’impatto del confinamento sull’istruzione scolastica dei bambini è molto forte, stanno dimenticando come si legge e si scrive. Il governo insiste per la didattica digitale ma nelle aree rurali come la nostra questo non è praticabile, la maggior parte dei genitori nemmeno sa che cosa sia uno smartphone.
Con il confinamento molti operai a giornata hanno perso il lavoro. Erano migranti nelle città e sono stati mandati a casa, talvolta senza neanche lo stipendio che gli era dovuto. Sono tornati camminando per centinaia e centinaia di chilometri, cibandosi di quello che veniva offerto loro dalla gente. Così una delle forme di intervento a sostegno di questi migranti sono state le mense di passaggio. In diversi luoghi del comune sono stati allestiti lungo le strade principali dei punti di ristoro in cui veniva offerto gratuitamente un pasto a coloro che stavano tornando al proprio villaggio. Anche il governo è intervenuto fornendo loro delle derrate alimentari.
Quando iniziò il ritorno dei migranti questi iniziarono ad arrivare da Stati del Paese in cui la pandemia era già scoppiata, così per limitare i contagi sono stati istituiti dei centri di quarantena in cui le persone dovevano restare per 14 giorni prima di rientrare a casa. Qui a Karra sono stati istituiti tre centri di quarantena, piantonati giorno e notte dalla polizia, e fortunatamente nessuno è risultato positivo al covid-19.
Grazie al Sostegno a Distanza siamo riusciti ad aiutare subito 80 famiglie che versavano in estrema indigenza fornendo loro riso, legumi, olio, sale, disinfettante e mascherine. Prevedendo il prolungamento del confinamento abbiamo deciso di aiutare quelli che versavano in condizioni peggiori e non avevano altre possibilità di sostentarsi. Dopo la prima fase abbiamo accantonato per loro alcune razioni così da poter andare in aiuto in qualsiasi momento in caso di emergenza.
Nel frattempo abbiamo iniziato una indagine per verificare la situazione nei villaggi e capire quanti ancora avevano bisogno della nostra assistenza e in che modo potevamo intervenire.
Inizialmente era difficile trovare igienizzante e mascherine perché non erano più disponibili sul mercato. Alcune suore della diocesi di Khunti hanno così iniziato a confezionare le mascherine fornendole alle parrocchie perché le distribuissero gratuitamente alla gente. Le persone ora sono diventate più responsabili, escono usando la mascherina e mantengono la distanza sociale. Gli igienizzanti sono disponibili all’entrata dei negozi. Anche i piccoli botteghini e le tavole calde hanno riaperto ma non è permesso consumare sul posto.
Voglio concludere cogliendo l’opportunità per esprimere a Fratelli Dimenticati e a ognuno di voi la profonda gratitudine e riconoscenza che arriva dal nostro cuore. La vostra benevolenza e generosità ci è arrivata in aiuto nonostante questo periodo difficile dovuto alla pandemia.
È solo grazie alla vostra generosità se siamo riusciti e riusciamo a raggiungere i più poveri tra i poveri ed è anche a nome loro che estendo a voi tutti questo sincero ringraziamento. Sinceramente Vostro,
Padre Gabriel Aind