Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Giornate mondiali / internazionaliPer violenza contro le donne si definisce “ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi o possa provocare danno fisico, sessuale, psicologico o una sofferenza alle donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia in pubblico che nella vita privata.” È una realtà di cui, purtroppo, sentiamo troppo spesso parlare. Nonostante l’impegno a garantire la parità dei diritti per uomini e donne e a contrastare ogni tipo di discriminazione, ancora tante donne nel mondo continuano a subire violenze di diverso genere.
In India la cultura tradizionale agisce, purtroppo, a sfavore della donna, che viene generalmente considerata inferiore rispetto all’uomo. Il ruolo che una donna deve ricoprire nella società è principalmente quello di moglie e madre: le aspirazioni personali vengono messe in secondo piano, e ogni prospettiva di carriera individuale rimane spesso solo un sogno lontano.
Nelle grandi città la situazione sta cambiando, e le donne hanno cominciato a vedere riconosciuti i propri diritti, arrivando anche ad occupare incarichi di grande rilievo: nel 1966 è stata eletta una ministro donna, Indira Gandhi, e molte altre figure femminili di spicco sono emerse in moltissimi altri campi, dallo sport, alla scienza, alla letteratura.
La situazione è però ben diversa nei piccoli villaggi, dove la maggior parte delle persone vive nella povertà e, spesso, non ha la possibilità di ricevere un’istruzione. In questo contesto sociale è ancora molto diffuso il pregiudizio che vede la donna come una “proprietà” dell’uomo (prima del padre e poi del marito) che può pertanto arrogarsi del diritto di decidere della sua vita. La violenza contro le donne è pertanto un fenomeno culturale, che va contrastato con l’educazione all’uguaglianza e alla parità di diritti.
C’è un particolare tipo di violenza, che svilisce la figura della donna fino a toglierle qualsiasi tipo di dignità: la costrizione alla prostituzione. Una realtà che colpisce particolarmente la cittadina di Ranaghat, situata nei pressi di Calcutta, nel West Bengal. In questa zona gran parte della popolazione vive in povertà. Molti trovano lavoretti saltuari, come tiratori di rickshaw o inservienti negli hotel. Un gran numero di donne si ritrova a non avere altra scelta che guadagnarsi da vivere facendo la prostituta. Questa condizione, già di per sé terribile e degradante, è resa ancora peggiore dal fatto che, alcune di loro, vengono costrette a farlo dai loro stessi padri, mariti o fratelli, disposti a vendere il loro corpo pur di aumentare i propri guadagni.
Una volta diventate prostitute, la vita di queste donne sarà segnata per sempre. Infatti, anche se riusciranno a uscire dal mercato del sesso, ne porteranno a vita il marchio: difficilmente verranno accettate dalla società e saranno invece condannate all’emarginazione.
Le Sorelle della Carità di Ranaghat, con l’appoggio di Fratelli Dimenticati, qualche anno fa hanno avviato il progetto “Red Light”, con lo scopo di prendersi cura delle figlie di queste prostitute. Queste bambine, infatti, vivono assieme alle loro madri, accompagnandole sulla strada. In queste condizioni, il loro destino è segnato: una volta cresciute, entreranno inevitabilmente nel mercato del sesso, non avendo mai avuto nessun altro modello di vita, né ricevuto un’istruzione che consenta loro di guadagnarsi da vivere in altro modo.
Le Sorelle danno ospitalità alle bambine presso la loro struttura, consentendo loro di vivere in un ambiente sano e accogliente, dove vengono trattate con la massima cura. Attualmente il centro ospita 16 bambine della “red light area” e 35 figlie di detenuti condannati all’ergastolo, dai 5 ai 18 anni. Educare queste bambine richiede molta energia e attenzione. Tutte hanno vissuto esperienze terribili e, pertanto, viene fornita assistenza psicologica per aiutarle a superare i traumi. Due insegnanti inoltre lavorano appositamente per aiutarle nel loro percorso di studi. I risultati di questi sforzi sono tangibili: le studentesse frequentano diverse scuole, ottenendo ottimi risultati. Alcune di loro sono fra le migliori della classe.
Le bambine possono prender parte anche ad attività extrascolastiche, come corsi di informatica, attività sportive, disegno, danza, recitazione e canto. Si lavora per fare in modo che ognuna possa sviluppare i propri talenti e formare la propria personalità. Si punta molto sulla formazione globale della persona e sulla trasmissione di valori positivi. Una volta alla settimana vengono organizzate delle lezioni sui diritti legali delle bambine e sulla dignità del lavoro, per creare in loro una maggior consapevolezza che possa proteggerle dai pericoli dello sfruttamento sessuale. Lo scopo ultimo è aiutare le bambine ad affrontare la vita con maggior sicurezza e fiducia in se stesse, in modo che possano reinserirsi nella società diventando cittadine responsabili.
Solo attraverso l’istruzione e la corretta informazione queste future donne potranno essere in grado di difendere i propri diritti.